Opzione donna: le novità in arrivo

Si va verso la modifica dei criteri di accesso a Opzione Donna, che consente alle lavoratrici di accedere prima alla pensione

Novità in arrivo per Opzione donna, che deve essere cambiata, o meglio: a cambiare a breve saranno i criteri di accesso alla misura che consente di andare prima in pensione, con determinati criteri. In particolare, fin dal prossimo decreto del ministero del Lavoro (lo stesso che dovrebbe approvare le modifiche al Reddito di Cittadinanza che diventerebbe Misura di Inclusione Attiva (MIA), potrebbe venire meno il requisito di avere figli.

Opzione donna: più donne in pensione

L’obiettivo è di ampliare la platea delle attuali beneficiarie, circa 2.900 donne, per arrivare a quadriplicare fino a 13.200 lavoratrici. L’avvocata Celeste Collovati, esperta in materia e titolare dello studio Dirittissimo, ci aiuta a capire cosa potrebbe cambiare, quali sono i vantaggi e quali i limiti.

Opzione Donna: perché cambiarla?

Da tempo si parla di una revisione di Opzione donna Adesso sembra che i tempi siano maturi. In concreto si parla di eliminare il criterio dei figli e di abbassare l’età minima necessaria per accedere all’uscita dal lavoro anticipata, entrambi ritenuti parametri troppo restrittivi. Perché? «La legge di Bilancio 2023 ha introdotto, perlomeno per il 2023, criteri piuttosto restrittivi per quanto riguarda la possibilità di usufruire di Opzione donna, stabilendo la possibilità di uscire dal lavoro con requisiti decisamente inferiori a quelli previsti per la pensione anticipata e di vecchiaia ordinaria previsti dalla Legge Fornero – chiarisce Collovati - Secondo le regole attuali, infatti, il limite di età anagrafica scende dai 60 anni ai 59 o 58 anni solo se la lavoratrice ha uno, due o più figli (criterio dei figli), come chiarito dall'Inps, con la circolare n.25 dello scorso 6 Marzo».

L’obiettivo, quindi, sembra sia quello di estendere la platea di donne lavoratrici che avrebbe accesso all’Opzione odnna: cambiando i requisiti si potrebbe dare la possibilità a oltre 10mila donna italiane di andare in pensione un anno prima», prosegue l’avvocato.

Come cambierebbe l’età anagrafica

«Ora il Governo sta appunto pensando di apportare modifiche ai limiti di età anagrafica, abbassando a 59 anni l’età standard per usufruire dell’Opzione donna e 58 anni per alcune particolari categorie di donne, ovvero donne disabili almeno al 74% e le lavoratrici caregiver che assistono un familiare», spiega Collovati, che chiarisce: «Senza dubbio le condizioni introdotte dalla Legge di Bilancio 23, avendo eliminato l’accesso libero a tale misura, sono state decisamente troppo restrittive; è a mio avviso auspicabile ed “accattivante” una misura che parifica le condizioni per accedervi, senza distinzioni di sorta, in un’ottica di semplificazione generale delle regole, tanto più in una società moderna dove sono sempre di più le donne lavoratrici senza figli».

Niente differenze tra lavoratrici con o senza figli

A proposito di figli, infatti, questo requisito verrebbe meno: «L’interesse è quello di eliminare il riferimento al numero di figli in base al quale può esser concessa una diminuzione di 2 anni sul requisito anagrafico. In tal modo, verrebbe ampliata notevolmente la platea di donne (anche le lavoratrici senza figli) alle quali verrebbe riconosciuta la possibilità di accedere alla pensione anticipata, evitando disuguaglianze tra di loro», conferma l’esperta.

Quando entreranno in vigore le novità?

Questo rimane uno dei punti meno chiari al momento. «Si ipotizza che le novità potrebbero diventare effettive dal 2024. Il vero problema sarà l’incidenza economica di tali modifiche che sono al vaglio in questi giorni del Mef», spiega Celeste Collovati. Il nodo, quindi, è soprattutto economico nella ricerca e disponibilità di fondi adeguati. Si ipotizza che siano necessari 80 milioni di euro.«Se dovessero esserci le condizioni giuste dal punto di vista economico, le modifiche potrebbero esser già introdotte con un Decreto in aprile. Ma è ancora presto per dirlo», conclude l’avvocata di Dirittissimo.it.

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