Bonus bollette e benzina: novità e scadenze

Sparisce il bonus carburanti, ma aumenta il tetto Isee per lo sconto sulle bollette di luce e gas. Le novità di questo inizio 2023

Il 2023 si è aperto con una stangata sui carburanti. I prezzi di benzina e soprattutto gasolio sono schizzati al rialzo, complici almeno due novità: da un lato lo stop al cosiddetto bonus benzina, dall’ altro la speculazione e il sospetto che i gestori abbiano creano un “cartello”. Da qui anche le indagini, avviate dalla Guardia di Finanza su indicazione dello stesso Governo. Il risultato, però, è il venire meno di un sostegno importante per gli automobilisti.

Rimangono, invece, altri bonus, come quello bollette. Da non dimenticare, poi, la possibilità di usufruire anche del bonus sicurezza per l’installazione di impianti antifurto, con la possibilità di uno sconto del 50%.

Ecco in dettaglio novità, conferme e indicazioni per usufruire degli incentivi.

Stop al bonus benzina

" Il Governo, dunque, ha sospeso lo stop al taglio delle accise, che aveva permesso di usufruire di uno “sconto” di circa 30 centesimi al litro sul costo dei carburanti. L’effetto è stato immediato, con un rialzo del prezzi di benzina e soprattutto gasolio, anche superiore alle aspettative. La benzina in modalità self è ora abbondantemente sopra quota 1,8 euro al litro, mentre il gasolio al servito ha superato la soglia psicologica dei 2 euro, arrivando anche a punte di 2,5 euro al litro in autostrada. Il sospetto, però, è che a contribuire ai rincari sia anche la speculazione, per questo sono stati intensificati i controlli da parte della Guardia di Finanza. Anche la Procura di Roma ha avviato un&39;indagine, mentre l’associazione dei consumatori Codacons ha presentato un esposto in ben 104 procure, chiedendo di indagare sui prezzi di benzina e gasolio allo scopo di accertare eventuali speculazioni o rialzi ingiustificati dei listini."

Bonus bollette 2023: cosa cambia

Novità, ma in questo caso positive, anche sul fronte del bonus bollette o bonus sociale bolletta. Il sostegno, infatti, è stato confermato, ma soprattutto è stato innalzato il tetto Isee per accedere al beneficio: potranno usufruirne quindi coloro che hanno una certificazione di reddito complessivo fino a 15mila euro (fino al 2022 era prevista soglia massima di 12mila euro).

In alternativa, il bonus può spettare anche a chi ha 4 o più figli a carico e con un Isee entro i 20mila euro. «Per l'anno 2023 sono ammessi alle agevolazioni relative alle tariffe per la fornitura di energia elettrica riconosciute ai clienti domestici economicamente svantaggiati i nuclei familiari con un indicatore della situazione economica equivalente (Isee) valido nel corso dell’anno 2023 fino a 15mila euro», si legge nel testo della legge di bilancio.

Il primo “ritocco” al tetto Isee era scattato a marzo del 2022, quando la cifra era passata da 8.625 a 12mila euro.

Gli altri requisiti per il bonus bollette

Oltre al reddito, occorre rispettare altri requisiti: uno dei componenti del nucleo familiare che ottiene l’agevolazione deve risultare intestatario di un contratto di fornitura elettrica e/o di gas naturale e/o idrica; la tariffa deve fare riferimento a usi domestici o, per accedere al bonus sociale idrico, per uso domestico residente attivo. Significa che l'erogazione del servizio deve essere in corso (l’unica eccezione è che sia stato sospeso in via temporanea per morosità).

Ogni nucleo familiare può ricevere un solo bonus per tipologia (luce, gas e acqua) per l’anno di competenza, cioè quello a cui fa riferimento la dichiarazione sostitutiva unica (Dsu), necessaria per presentare l'Isee.

Se il bonus tv e decoder è ormai scaduto per esaurimento fondi, almeno per il 2022, sul fronte delle bollette gli aiuti proseguono fino a fine anno e la prospettiva è quella di un rinnovo.Si tratta della possibilità di usufruire di due bonus, chiamati bonus bolletta o da 600 euro e bonus carburanti o da 200 euro.

Ecco di cosa di tratta, per chi sono previsti, in cos

Bonus bollette da 600 euro: cos’è

In questo caso, nonostante sia chiamato bonus bollette, in re altà si tratta di un benefit esattamente identico a quelli che ciascuna azienda privata ha la facoltà di erogare ai propri dipendenti, tutti o solo alcuni, come per esempio i cellulari aziendali o i buoni pasto. In questo caso serve per sostenere i lavoratori nel pagamento delle proprie utenze domestiche e in particolare acqua, luce e gas. L’importo massimo è di 600 euro (innalzato rispetto ai precedenti 258,23 euro, grazie al decreto Aiuti bis).

Perché il bonus da 600 euro è utile a lavoratori e imprese

Il grosso vantaggio di questa misura è che consente alle aziende di dedurre completamente il costo, mentre il dipendente non paga le tasse sulla cifra che ottiene sotto forma di bonus perché non entra a far parte del reddito imponibile.Attenzione, però: se si supera la soglia dei 600 euro, magari per il cumulo con altri benefits aziendali, tutto l’importo viene sottoposto a tassazione ordinaria come lo stipendio.

La scelta dell’erogazione, comunque spetta al datore di lavoro, quindi non è un diritto e non ha a che fare con altri bonus, che invece sono legati a ISEE o reddito.

Chi ha diritto al bonus bollette: requisiti e funzionamento

Il primo requisito è essere dipendenti del settore privato: il bonus da 600 euro, infatti, non spetta ai lavori della pubblica amministrazione. Sono poi le singole aziende a decidere se avvalersi di questa misura e ciascun datore di lavoro sceglie le modalità di erogazione: possono spettare a tutti i dipendenti o solo ad alcuni. Ne possono usufruire anche coloro che hanno un reddito da lavoro assimilabile a quello dipendente.

Altro vincolo è che la cifra può essere usata solo per il pagamento delle utenze di chi la riceve: non può, quindi, essere incassata senza essere spesa né può essere destinata ad altro che non sia il pagamento delle bollette.

Come spendere il bonus bollette da 600 euro

Come detto, il bonus bollette vale solo per il pagamento delle utenze domestiche private del dipendente che lo riceve. Vale, però, anche per le utenze intestate al condominio, ma che sono suddivise tra i vari condòmini: è il classico caso del riscaldamento domestico centralizzato il cui importo – nel caso di un affitto - non sia forfettario e incluso in quello dell’affitto, ma pagato in base al consumo reale.

L’intestazione delle utenze: familiari, conviventi e documentazione

Possono essere inclusi tra i beneficiari del benefit anche i familiari del dipendente che riceve il bonus, ma solo in questi casi: coniuge, figli anche con età superiore ai 21 anni ma anche fratelli, sorelle, generi, nuore, genitori o suoceri, nel caso in cui siano conviventi con il lavoratore beneficiario.

Occorre, comunque, presentare apposita documentazione al datore di lavoro, che attesti importi e intestatari delle utenze, da mostrare in caso di controlli alle autorità.Si tratta, quindi, delle fatture o di un’autocertificazione nella quale il lavoratore dichiara di avere la documentazione necessaria e riporta anche i dati per rintracciarla: come chiarisce l’Agenzia delle entrate, "ad esempio, il numero e l’intestatario della fattura (e se diverso dal lavoratore, il rapporto intercorrente con quest’ultimo), la tipologia di utenza, l’importo pagato, la data e le modalità di pagamento”. Nella dichiarazione occorre anche specificare di non usufruire di altre misure di sostegno o rimborso per le stesse voci di spesa.

Bonus carburanti da 200 euro

Mentre il taglio alle accise è stato cancellato, resta il cosiddetto bonus carburanti da 200 euro, che funziona come il voucher aziendale per utenze domestiche, appena descritto. Naturalmente è riservato a coprire parte delle spese di benzina o gasolio sostenute dal dipendente per gli spostamenti di lavoro. Ha un valore massimo di 200 euro per ciascun beneficiario e non concorre alla formazione del reddito, quindi è esentasse.Anche per questa misura è l’azienda che decide se erogare il benefit e vale solo per il settore privato.

La novità: i benefits si possono sommare

La precisazione appena arrivata dall’Agenzia delle entrate ricorda che il bonus da 200 euro non rientra nel limite dei 600 euro per il bonus bollette. Questo significa che i due bonus sono sempre cumulabili e non si escludono né si sommano a vicenda.

Bonus sicurezza: a quanto ammonta e come funziona

" Sul fronte della sicurezza, invece, è confermato e prorogato fino al 31 dicembre 2024 il bonus che permette di installare sistemi di protezione della propria abitazione dai ladri, usufruendo di un’agevolazione fiscale al 50%. Il sostegno consente, quindi, di godere di uno “sconto” sulla metà del costo dei lavori, con un massimo di spesa di 96mila euro. Il rimborso avviene sotto forma di detrazione Irpef ed è suddiviso in 10 quote annuali di pari importo. Questo bonus sicurezza rientra in quelli relativi al miglioramento delle condizioni della casa, ma non è legato a interventi di ristrutturazione.Possono chiederlo proprietari, locatari, soci di cooperative, familiari conviventi dei titolari dell’immobile (a patto di dimostrare di aver sostenuto la spesa, con apposite fatture). Il bonus copre i costi per proteggersi da quello che l’Agenzia delle Entrate definisce atti illeciti: furto, aggressione, sequestro di persona e ogni altro reato la cui realizzazione comporti la lesione di diritti giuridicamente protetti. Si tratta, quindi, di rafforzamento, sostituzione o installazione di cancellate o recinzioni murarie degli edifici; apposizione di grate sulle finestre o loro sostituzione; porte blindate o rinforzate; apposizione o sostituzione di serrature, lucchetti, catenacci, spioncini; installazione di rilevatori di apertura e di effrazione sui serramenti; apposizione di saracinesche; tapparelle metalliche con bloccaggi; vetri antisfondamento; casseforti a muro; fotocamere o cineprese collegate con centri di vigilanza privati; apparecchi rilevatori di prevenzione antifurto e relative centraline."

Sono esclusi contratti stipulati con istituti di vigilanza.

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